mercoledì 23 marzo 2022

#3 La superstizione

 

"La superstizione è un insieme di credenze o pratiche rituali dettate da ignoranza, frutto di errore, di convinzioni sorpassate, di atteggiamenti irrazionali". 
La superstizione è nata insieme alla civiltà, e anzi era molto più diffusa nell'antichità, soprattutto in un ambito, come quello della coltivazione, in cui la mancanza di conoscenze adeguate portava ad affidarsi a elementi esterni, superiori, per il successo del raccolto, elemento fondamentale per la sussistenza del gruppo. 

Sulla base dell'esperienza, molti sono i detti tramandati nella cultura popolare circa i momenti e le condizioni migliori per lavorare la terra e svolgere particolari operazioni, come la semina o il raccolto. Ecco alcuni esempi [qui ne puoi trovare molti altri]:

Quando è nuvolo dalla montagna, piglia la zappa e va' a guadagna. Quando è nuvolo dalla marina, piglia a' tiella e va' a cucina.
questo detto si ritrova in molti dialetti italiani (anche con "montagna" e "marina" invertite, a seconda della posizione geografica, che determina la direzione di provenienza delle perturbazioni) e si può interpretare così: quando le nuvole arrivano dalla montagna non portano il temporale quindi si può andare a lavorare nei campi, ma quando arrivano dal mare portano la pioggia quindi è meglio ritirarsi in casa (a cucinare).

Luna bianca tempo bello, luna rossa venticello, luna cerchiata campagna bagnata

quando la luna ha avuto il primo Marte, l'è bona per far tutte l'arte
molte sarebbero le cose da non fare, tra cui la semina, quando la luna non è ancora nata

Infatti, la Luna è sempre stata tenuta in grande considerazione anche per l'organizzazione delle attività nei campi, spesso basate proprio sulle fasi lunari, e anzi lo è ancora oggi da chi continua a seguire il calendario lunare nell'orto: ad esempio, la luna crescente è considerata il momento ideale per la semina degli ortaggi che producono i propri frutti al di sopra del terreno, perché la maggiore luce favorirebbe la crescita; viceversa, il periodo di luna piena è considerato ottimale per la semina di tuberi e ortaggi che crescono sottoterra, in quanto la diminuzione della luminosità e l'aumento dell'umidità del terreno favorirebbero la crescita degli apparati radicali sotterranei. [per approfondire l'argomento clicca qui]

Non esistono tuttavia prove scientifiche a conferma di queste credenze e abitudini popolari: se è vero che la Luna esercita la sua attrazione gravitazione sui corpi d'acqua (basti pensare all'effetto delle maree), le quantità di acqua coinvolte nel terreno e nelle radici delle piante sono estremamente ridotte ed è dunque improbabile che la Luna possa esercitare un'influenza significativa. [per ulteriori informazioni clicca qui]        

Non solo modi di dire, ma anche numerosi riti si sono diffusi per scongiurare alcuni di quegli eventi incontrollabili dannosi per le coltivazioni, in particolare le malattie e il maltempo. Ecco alcuni dei più curiosi:
  • avvertito il tuono, per evitare la grandine i contadini buttano sull'aia zappe, pale, altri strumenti agricoli e l'acqua benedetta, oppure recitano una preghiera;
  • quando la grandine è già caduta, per farla cessare, mettono un chicco della stessa grandine in bocca al bambino più piccolo della famiglia e gli fanno fare una croce nell'aria con le mani;
  • per impedire che un fulmine cada su un pagliaio, mettono sulla cima di esso una croce fatta con canne, un ramo di ulivo benedetto e un fiocchetto rosso;
  • l'ultima sera di carnevale, per impedire che le fave vadano a male, accendono dei covoni di paglia e vanno a far lume alle fave gridando
Lasciala andare, lasciala andare,
L'è l'ultima sera di carnevale;
Mandala a bere, mandala a bere
Alla fonte di' podere
  • quando sciolgono le campane il Sabato Santo, si deve andare nei campi e abbracciare i ciliegi per impedire che cadano le ciliegie.
Oltre a questi, e molti altri [che puoi trovare qui], riti alquanto improbabili, non mancano pratiche apparentemente più verosimili. 
Per esempio, una pratica diffusa è quella che prevede di impiantare tre corni di capra nella terra intorno alla pianta, con la parte cava verso l'alto, di poco sporgenti dal terreno, in modo che la pioggia, entrata nelle corna e poi passata nel suolo, doni fertilità al terreno e alla pianta. Si tratta di una pratica tanto curiosa quanto longeva: nata infatti in epoca romana, quando veniva utilizzata soprattutto per la coltivazione delle viti, è ancora oggi (oggi!) utilizzata, se pur con qualche modifica e con il nome di cornoletame, nell'ambito dell'agricoltura biodinamica per stimolare e armonizzare i processi di formazione dell'humus nel suolo... Insomma, oltre al nome, poco è cambiato in questi duemila anni. 

E chissà che un giorno la scienza non darà ragione ai superstiziosi


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