Il
tatuaggio è una delle tante forme d’arte e di comunicazione di cui disponiamo. È
una pratica molto antica, già presente nelle popolazioni preistoriche, adottata
da tutte le popolazioni di ogni epoca e sempre più diffusa nella società
contemporanea come puro abbellimento del corpo. Ma quella estetica non è certo
l’unica finalità che ha portato all’uso e alla diffusione dei tatuaggi, soprattutto
in passato, quando i tatuaggi erano usati per segnare l’appartenenza a un
gruppo, per fini apotropaici e medico-protettivi, per segnare differenze di
status, di genere o di prestigio, oltre che per ragioni estetiche.
E come
abbellimento estetico, il tatuaggio può avere molti significati: è
spesso usato per segnare una data o un avvenimento importante, come ricordo di
una vacanza o di un evento particolare, di una persona cara, un animale
preferito o di una frase significativa, ma anche per nascondere imperfezioni e
cicatrici o semplicemente per mettere in mostra i propri interessi.
E
così, si possono trovare tatuati le figure e gli oggetti più disparati, tra i quali
non mancano immagini riconducibili al coltivare, per semplice interesse
o per il loro significato simbolico.
E infine il coltivare diventa metaforico,
concretizzandosi in immagini astratte e frasi
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